Covid-19 le piccole imprese trevigiane soffrono ma resistono

A 15 mesi esatti dalla scoppio della pandemia mondiale causata da Covid-19, Confartigianato Imprese Treviso ha presentato uno studio per capire gli effetti economici di questa emergenza, confrontando i dati pre e post Covid. L'analisi è stata fatta su un campione aggregato di 600 aziende per le quali il Mandamento Confartigianato di Treviso gestisce la contabilità e/o le paghe, considerando il periodo da gennaio 2019 a dicembre 2020. Chi in assoluto ha resistito meglio, nella prima e nella seconda fase della pandemia (a primavera e autunno 2020) sono state le aziende del cosiddetto sistema casa: dalle imprese edili, agli impiantisti elettrici e idraulici, fino alle imprese di intonacatura e stuccatura. Altri comparti (come i tassisti, gli autotrasportatori, i parrucchieri) sono stati invece messi a dura prova dalla crisi. "Questa analisi è il primo risultato concreto di un osservatorio economico che abbiamo deciso di inaugurare come associazione di categoria - ha spiegato il presidente mandamentale di Confartigianato Imprese Treviso, Ennio Piovesan - per dare alle piccole e micro aziende trevigiane, quelle di cui ci occupiamo ogni giorno, strumenti di conoscenza del contesto. Oggi, infatti, gli imprenditori hanno sempre più bisogno di risposte veloci, celeri, basate su dati scientifici, non su sensazioni o 'sentimenti di pancia', per prendere decisioni ragionate e strategiche. Analizzare i dati sulle aziende, di cui disponiamo, ci consentirà di capire meglio cosa sta succedendo nei mercati e avanzare delle ipotesi - su base statistica - su dove stiamo andando. Conoscere ci consentirà inoltre di avanzare delle ipotesi, qualche volta anche di anticipare oppure favorire certi andamenti economici". Carlo Ceriana, direttore di Confartigianato Imprese Treviso, durante la conferenza stampa del 13 maggio ha descritto lo stato di salute del Mandamento di Treviso, che offre servizi completi di consulenza e di supporto alle aziende artigiane con sede in 22 comuni del territorio di competenza, nell'area a sud della provincia di Treviso (dal capoluogo, a Villorba e Carbonera, fino a Mogliano Veneto, Zero Branco, Roncade e San Biagio di Callalta), con una penetrazione nel mercato del 29% (1 azienda artigiana su 3, di questo territorio, è associata a Confartigianato Treviso). Dario Marzola, dottore commercialista, consulente, responsabile scientifico del neo osservatorio economico di Confartigianato Imprese Treviso, ha spiegato le principali evidenze dello studio economico realizzato dal Mandamento di Treviso su un campione di 600 aziende nel periodo 2019-2020; l'analisi ha riguardato i principali settori rappresentati da Confartigianato, quelli in cui vi sono almeno una quindicina di aziende (barbieri e parrucchieri, imprese edili, carrozzerie, impiantisti elettrici e idraulici, tinteggiatura e posa in opera di vetri, riparazione meccanica di auto, trasporto merci su strada, tassisti, intonacatura e stuccatura). "Il nostro obiettivo era analizzare gli effetti delle limitazioni all'esercizio delle attività economiche in conseguenza delle diffusione della pandemia. Il fatturato delle aziende del campione nel 2020 rispetto al 2019 è calato di circa 13 milioni di euro, che corrisponde ad un calo del -14%, ma che sarebbe del -25% se escludessimo il mese di gennaio e la prima metà di febbraio 2020, in cui la pandemia non si era ancora evidenziata". Come da attendersi, gli effetti più evidenti del Covid sui fatturati delle imprese trevigiane si sono manifestati nei mesi da marzo a maggio 2020, durante il primo lockdown, con una ripresa da giugno ad agosto 2020, e poi un altro calo da settembre a dicembre 2020. "Quello che non era prevedibile - ha spiegato Marzola - era che nel mese di gennaio 2020 le imprese trevigiane oggetto di osservazione, avevano realizzato un incremento di fatturato rispetto allo stesso mese dell'esercizio precedente, di quasi 2 milioni di euro in valore assoluto, corrispondenti ad un incremento di oltre il 40%, lasciando dunque presagire che (al netto del Covid) l'annualità 2020 avrebbe potuto rappresentare un periodo di interessante ripresa". La maggior parte delle imprese trevigiane, pur affette da variazioni negative nei mesi più critici, che hanno realizzato una variazione positiva di fatturato, si trovano nel comparto casa e più precisamente nei settori della compravendita, costruzione e valorizzazione immobiliare. Il comparto casa (che oltre alle imprese edili, comprende gli impiantisti elettrici, idraulici, tinteggiatura e intonacatura) è l'unico che si è salvato dalla crisi generata da Covid. In parte ha influito positivamente il Superbonus del 110% e il fatto che le persone durante il lockdown sono state più a lungo a casa, dedicando maggiori risorse alle manutenzioni ordinarie e straordinarie delle loro abitazioni. Un quesito che si è posto Confartigianato Treviso è capire se i ristori recepiti dalle imprese sono stati sufficienti. La risposta, purtroppo, è negativa. "Il reddito medio di una piccola e micro impresa si aggira sui 20-30mila euro l'anno. La perdita media nel 2020 è stata di 20mila euro a partita iva, questo significa per molte imprese aver azzerato l'utile; se in un'azienda strutturata, le perdite possono essere ammortizzate, nelle piccole aziende perdere il fatturato di un anno significa andare in rovina. Sappiamo che molti imprenditori hanno tamponato la situazione momentaneamente, facendo ricorso all'indebitamento verso lo Stato e verso i fornitori, ma solo il prossimo anno potremo vedere i risultati effettivi. Ad oggi, possiamo dire con certezza che le piccole e micro imprese trevigiane sono resilienti, ma questo non le tutela dalle difficoltà future"

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